Bastia Umbra Caccia Village

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Sin dalla sua data d’istituzione nel 1982, il Civico Museo di Storia Naturale del Salento, situato al centro di questo ampio territorio, sentì la mancanza di una struttura di riferimento ove poter far convergere animali selvatici, ma anche domestici randagi bisognosi di cure veterinarie. In quegli anni la normativa nazionale era scarna se non molto carente. L’unico riferimento in Italia era il Centro Recupero della L.I.P.U. a Parma, che non si interessava però di cani e gatti come di tartarughe marine e cetacei, ma solo di avifauna.

All’inizio erano i comandi stazione del C.F.S. salentini, che ci consegnavano i selvatici per una identificazione della specie, e per capire la tipologia di traumi che presentava al fine di individuarne eventuali reati (vedi foto 1).

Fu il già Comandante Provinciale C.F.S. Dott. Raffaele Congedo, nonché fautore dell’istituzione dell’Oasi Naturalistica Le Cesine, a stimolare e spronare questa iniziativa. Iniziativa che in modo spontaneo continuò a crescere e a svilupparsi grazie alla generosa disponibilità di giovani veterinari, in particolare del Dott. Pietro Greco, che ben presto coordinò un gruppo di colleghi sempre più nutrito (vedi foto 2). Nel 1987, quando il museo venne trasferito in un antico opificio con annesso un ampio giardino alberato, con non pochi sacrifici si iniziarono a costruire voliere, acquari e rettilari per l'accoglienza della fauna autoctona e selvatica. Successivamente, nei mesi invernali, venne data la disponibilità di piscine private o di hotel temporaneamente inutilizzate lungo il litorale, strutture indispensabili per stabulare e curare i cetacei. In particolare i delfini della specie stenella che in quegli anni erano molto numerosi nello Ionio e basso Adriatico (vedi foto 3,4).

Ma ben presto il Centro ebbe un suo orientamento e specializzazione in favore della cura, protezione e reintroduzione di tartarughe marine e testuggini. Sempre più frequentemente, in particolare la Guardia di Finanza, ci affidava quantità anche rilevanti di questi animali, che clandestinamente venivano importate dalla vicina Grecia e Albania. Nel centro A.R.C.A. venivano curate, rifocillate, e si riproducevano con regolarità. Periodicamente in sinergia con il C.F.S. venivano rimpatriate negli stati di provenienza e reintrodotte nel loro ambiente naturale.